Un “documento martire” verso gli Stati generali dei giovani

Un “documento martire” verso gli Stati generali dei giovani

Tra settembre e novembre, nella prospettiva di convocazione di ImmagineRO – Gli Stati Generali dei Giovani, oltre 50 persone tra giovani e membri di organizzazioni del territorio che operano con le nuove generazioni, si sono incontrate per costruire le basi del confronto di queste tre giornate.

Nel percorso Under 30, prima con il seminario residenziale e Molveno e poi con gli appuntamenti del giovedì a Innovation Lab, i giovani hanno cercato di uscire dall’idea di immobilismo che ostacola il coraggio dell’immaginazione, disegnando insieme i tratti di una possibile Città a misura di giovani.

Nel percorso con le organizzazioni si è focalizzata l’attenzione sulla complessità di un lavoro puntuale e quotidiano con i giovani, capace di fare realmente sistema ponendosi al servizio dei giovani e del territorio. Si sono individuate criticità e buone pratiche indicando alcuni punti di forza da consolidare e da cui partire.

Il documento contiene una proposta di attivazione elaborata nei gruppi, nell’intento di riaprire il dibattito e orientare una discussione che si arricchirà dei vostri contributi, portando a definire le linee guida di una progettualità il più possibile condivisa, da collocarsi in una infrastruttura di progetti e servizi di politiche giovanili in via di definizione.

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Tavolo WORK

Tavilo WORK

Il contributo dal Gruppo Rete territoriale

Tema 1. Qualità del lavoro, lavoro di qualità
Poniamo il tema della capitalizzazione delle competenze sul lavoro. Gli osservatori sono concordi nel dire che, se questa non trova un punto di caduta, le persone – ed in particolare i giovani – non permangono nel posto di lavoro. C’è la consapevolezza che ci si può svalutare sul mercato del lavoro anche lavorando: le competenze diventano obsolete, aumenta l’età, etc. E si assiste alla fuga dei profili alti del Polesine. Facendo un parallelismo con il settore formativo, ci si chiede: i nuovi percorsi di formazione avviati sul territorio, hanno poi alle spalle aziende che riescono ad offrire opportunità occupazionali coerenti?

Tema 2. Dati da osservare, dati da leggere
Partiamo dagli indicatori ISTAT 2020 relativi alle percentuali di NEET: i giovani 15-29 anni che non lavorano e non studiano sono il 21,9% in Polesine, mentre in Veneto sono il 14,7%. Diversamente da come sarebbe previsto dai percorsi di presa in carico, gli enti di formazione non hanno misure continuative per i NEET, che beneficiano di percorsi ed opportunità “a singhiozzo”. Rispetto ai dati, vi è comunque la percezione che, sull’effettivo numero dei giovani che non lavorano, pesi molto il fenomeno del lavoro in nero; pertanto i tassi di attività sarebbero più alti di quelli espressi dai dati ufficiali.

Tema 3. Lifelong Learning
Apprendimento e formazione non si esauriscono nel percorso scolastico, ma dovrebbero interessare l’intero arco di vita di una persona, compresa la vita professionale. Dai riscontri dei monitoraggi e dai feedback degli studenti di Enti di Formazione Accreditati, emerge come molte aziende, soprattutto piccole, non hanno strumenti per tracciare e valutare le competenze dei propri lavoratori. Le opportunità di aggiornamento continuo sono contrattualmente previste, grazie ad Enti Bilaterali ed Enti di Formazione, ma quanti di questi percorsi vengono attivati da parte delle aziende? E quanto i lavoratori sono a conoscenza di queste opportunità?

Il contributo dal Gruppo Under 30

Visione 1. Quale lavoro?
La visione poggia sulla capacità della città di formare, orientare e accompagnare i giovani verso il mondo del lavoro. Gli uffici di collocamento e orientamento sono accessibili e in rete con il territorio; offrono accompagnamento qualificato e propongono ai giovani percorsi capaci di ispirare e stimolare nuove idee e competenze, anche in linea con le sfide della digitalizzazione e della sostenibilità ambientale. Attraverso questi percorsi i giovani hanno la possibilità di entrare in relazione tra loro e con il mondo del lavoro, con professionisti e professioniste, imprenditori e imprenditrici del tessuto fisico e digitale.

Visione 2. Sostegno e innovazione
Il centro storico è popolato di nuove attività grazie a un sistema di incentivi dedicato. Le botteghe del centro sono vivaci e contribuiscono ad arricchire il tessuto produttivo locale attraverso la vendita di linee di prodotti del territorio. La presenza del punto vendita è un presidio di animazione del centro ma la proposta commerciale si sviluppa anche online, su mercati di più ampia scala.
Il tessuto imprenditoriale ha sviluppato nuove vocazioni, vecchi stabilimenti inutilizzati sono diventati impianti di riciclaggio e cresce il comparto delle aziende che si occupano di energie rinnovabili, produzioni a impatto zero e materiali biocompatibili. Gli spazi di coworking sono realtà consolidate di collaborazione, intersezione e contaminazione tra le professioni. Sono ambienti per il lavoro individuale e partecipato, sale riunioni, officine condivise e contesti di interscambio delle competenze di nuova generazione.

Visione 3. Snodo per il nord Italia
Una rete di infrastrutture e trasporti collega Rovigo alle principali città del Nord. È una rete ibrida: la rete ferroviaria si sopraeleva sulla città mentre i veicoli a trazione elettrica sviluppano collegamenti lungo nuove direttrici. In città i lavoratori si spostano con i mezzi pubblici in convenzione, con i propri mezzi non inquinanti oppure utilizzano app e piattaforme di condivisione che consentono loro di usare le auto o le bici elettriche del trasporto urbano, sfruttando anche gli incentivi previsti per chi si sposta in bici.

Tavolo STUDY

Tavilo STUDY

Il contributo dal Gruppo Rete territoriale

Tema 1. Scuola e territorio
Nel territorio i progetti non mancano, come anche le collaborazioni con le scuole e con il tessuto sociale e imprenditoriale. Un tema critico resta la continuità delle azioni intraprese, che spesso sono legate a iniziative e linee di finanziamento di brevissimo respiro: un esempio spesso riportato sono i percorsi di sostegno psicologico dei giovani, che raramente trovano una presa in carico continuativa e integrata. La Rete condivide la sensazione che un piccolo passo avanti potrebbe essere fatto, al netto delle risorse in campo, grazie a una maggiore intenzionalità nella condivisione delle informazioni. Gli strumenti ci sono ma bisogna trovare un accordo per adottarli.

Tema 2. Quando condividere, è questione di metodo
Pensiamo ad un doposcuola che, per sua missione, dichiara di “non assolvere solo al compito di studio, ma (di voler) supportare anche lo sviluppo dell’identità dei giovani”. Un doposcuola che, non potendo avere volontari professionisti e competenti in tutti gli ambiti di studio, sceglie di adottare come stile condiviso, una metodologia comune, coerente e di stampo pedagogico. Accanto a questo, abbina un’azione di supervisione che rappresenta il supporto fondamentale per chi lavora con i minori. La Rete scommette che, adottando questo approccio, si raccoglierebbero risultati interessanti anche a livello inter-organizzativo.

Tema 3. Non è più una questione di classe 
Gli osservatori riportano come il disagio giovanile, nelle sue varie forme, sia è trasversale alle diverse fasce sociali e siano, anzi, aumentate le segnalazioni da scuole e famiglie di fasce sociali “medio-alte”. La scuola sperimenta tutte le transizioni sociali attraversate dai giovani e dalle famiglie e ai docenti è richiesto un range di competenze base sempre più ampio. L’investimento sui docenti – e sugli altri adulti di riferimento – ha implicazioni non solo sul tema della formazione continua, ma anche del supporto tecnico ed emotivo. A fronte di continue evoluzioni e trasformazioni, emerge pertanto la necessità di competenze e sguardi ampi, per leggere e affrontare i cambiamenti sociali emergenti.

Il contributo dal Gruppo Under 30

Visione 1. Una città studio e di servizi per lo studio
La visione poggia sulla capacità di Rovigo di rispondere ai bisogni delle studentesse e degli studenti di ogni condizione e fascia d’età. Attraverso le sue scuole e i suoi servizi, la città offre strumenti e sviluppa opportunità per tutti e tutte. Gli studenti che arrivano a Rovigo, con i mezzi o in auto parcheggiando nelle aree dedicate, qui si muovono in bici o sfruttano il trasporto pubblico. Gli istituti hanno implementato il personale e offrono formule per il tempo pieno e proposte per i mesi estivi e per sovvenzionare le rette dei servizi scolastici c’è la possibilità di partecipare alla vita pubblica. Le scuole sono in rete tra loro e con il territorio e sono coinvolte durante gli eventi cittadini.

Visione 2. Rovigo città universitaria
La visione poggia sulla capacità della città di offrire agli studenti universitari presenti a Rovigo, servizi e proposte interconnessi e di qualità e al contempo occasioni di svago e divertimento. Gli studenti universitari che frequentano i corsi di studi della città (Consorzio Università di Rovigo e Conservatorio F. Venezze) hanno la possibilità di vivere la vita del centro. Alloggiano in appartamenti del centro storico o nello studentato ben collegato ad esso. Durante il giorno li trovi in aula, in mensa, in aula studio; al termine delle lezioni partecipano a laboratori, corsi di formazione e attività per il tempo libero, mentre il giovedì si divertono con le proposte della serata universitaria, patrocinata dal Comune.

Visione 3. Scuola futura
La scuola è digitale e tecnologica e accompagna studenti e studentesse a sviluppare le competenze per la vita. Le tecnologie sono abilitanti, quotidiane e ordinarie, al servizio delle attività e dello sviluppo individuale e scolastico, ma non solo. È un’idea rinnovata di scuola, intesa come spazio per l’apprendimento continuativo e ad ampio raggio, formale e non formale, e come piattaforma che mette gli studenti nelle condizioni di collegarsi tra loro e alle traiettorie future dell’innovazione.

Tavolo LIFE

Tavolo LIFE

Il contributo dal Gruppo Rete territoriale

Tema 1. Inclusione nella relazione, inclusione nei contesti
La crescita della persona passa attraverso il sentirsi parte di una rete di relazioni e di contesti a cui si sente di appartenere. In particolare, per poter realizzare l’inclusione sociale delle persone con disabilità, è necessario sensibilizzare la comunità stessa rispetto ai bisogni di queste persone, creare occasioni di socializzazione e relazione tra per in modo da sperimentare in prima persona l’inclusione. Le organizzazioni che si occupano di inclusione scelgono di lavorare su piccoli obiettivi e cambiamenti, che possono essere testati nel tempo. Quali possono essere i prossimi cambiamenti in un’ottica di inclusione e di inserimento nella
comunità?

Tema 2. Mantenere vivo l’invito educativo anche oltre l’età della scuola media
Rovigo è una città in cui si registra una buona numerosità delle offerte educative che però sembrano essere concentrate nella fascia d’età dell’infanzia fino all’inizio delle scuole medie, successivamente l’offerta sembra ridursi significativamente. Parallelamente, con l’aumentare dell’età, si riduce la partecipazione continuativa dei ragazzi alle iniziative, mentre permane l’adesione a singoli eventi. Quali possono essere le modalità migliori per ingaggiare i giovani?

Tema 3. Una rete a servizio delle persone, dove le opportunità sono visibili ed accessibili
Per mettere a sistema tutte le opportunità educative presenti sul territorio è necessaria una mappa puntuale ed aggiornata delle risorse presenti. Soprattutto andando a valorizzare progetti che possano avviare collaborazioni che possano consolidarsi nel tempo, permettendo un lavoro continuativo con le famiglie. Rispetto a questo, emerge con forza l’importanza di presiedere le relazioni con le famiglie nel tempo, tramite iniziative ed azioni di lungo respiro. Ad esempio, durante la pandemia, associazioni che operano con famiglie con figli disabili hanno registrato un trend di abbandoni.

Il contributo dal Gruppo Under 30

Visione 1. Una città studio e di servizi per lo studio
La visione poggia sulla capacità di Rovigo di rispondere ai bisogni delle studentesse e degli studenti di ogni condizione e fascia d’età. Attraverso le sue scuole e i suoi servizi, la città offre strumenti e sviluppa opportunità per tutti e tutte. Gli studenti che arrivano a Rovigo, con i mezzi o in auto parcheggiando nelle aree dedicate, qui si muovono in bici o sfruttano il trasporto pubblico. Gli istituti hanno implementato il personale e offrono formule per il tempo pieno e proposte per i mesi estivi e per sovvenzionare le rette dei servizi scolastici c’è la possibilità di partecipare alla vita pubblica. Le scuole sono in rete tra loro e con il territorio e sono coinvolte durante gli eventi cittadini.

Visione 2. Rovigo città universitaria
La visione poggia sulla capacità della città di offrire agli studenti universitari presenti a Rovigo, servizi e proposte interconnessi e di qualità e al contempo occasioni di svago e divertimento. Gli studenti universitari che frequentano i corsi di studi della città (Consorzio Università di Rovigo e Conservatorio F. Venezze) hanno la possibilità di vivere la vita del centro. Alloggiano in appartamenti del centro storico o nello studentato ben collegato ad esso. Durante il giorno li trovi in aula, in mensa, in aula studio; al termine delle lezioni partecipano a laboratori, corsi di formazione e attività per il tempo libero, mentre il giovedì si divertono con le proposte della serata universitaria, patrocinata dal Comune.

Visione 3. Scuola futura
La scuola è digitale e tecnologica e accompagna studenti e studentesse a sviluppare le competenze per la vita. Le tecnologie sono abilitanti, quotidiane e ordinarie, al servizio delle attività e dello sviluppo individuale e scolastico, ma non solo. È un’idea rinnovata di scuola, intesa come spazio per l’apprendimento continuativo e ad ampio raggio, formale e non formale, e come piattaforma che mette gli studenti nelle condizioni di collegarsi tra loro e alle traiettorie future dell’innovazione.

Tavolo PLAY

Tavilo PLAY

Il contributo dal Gruppo Rete territoriale

Tema 1. Approccio educativo trasversale, condiviso ed inclusivo
In ambito sportivo tra i 13 e i 18 anni si registra una forte diminuzione della partecipazione dei ragazzi rispetto alle proposte sportive, soprattutto tra i giovani che hanno iniziato nell’infanzia un percorso legato allo sport. È possibile proporre un approccio educativo “di base”, non legato quindi ad una specifica disciplina, ma nella quale tutti gli attori territoriali possano riconoscersi, proponendo solo successivamente (attorno ai 12 anni) proposte più specifiche?
I ragazzi richiedono luoghi di aggregazione rispetto al loro tempo libero anche se spesso i centri aggregativi non riescono ad attirare i giovani al di là del singolo evento. Come conciliare tale richiesta con le esigenze delle organizzazioni di avere una partecipazione duratura nel tempo? Rispetto alla capacità di organizzare autonomamente eventi si rileva una difficoltà ad autorganizzarsi da parte dei ragazzi. È possibile guidarli mettendo a disposizione strumenti ma lasciando una certa autonomia nelle decisioni?

Tema 2. Spazi aperti come asset di abilitazione civica ed educativa
I ragazzi utilizzano gli spazi nel quale possono svolgere attività destrutturate e luoghi ai quali possono accedere senza limiti di orari come piastre e parchi; questo richiede alle organizzazioni sportive che intendono supportare queste discipline di trovare nuove modalità operative per affiancare i giovani nella pratica motoria, garantendo gli standard di sicurezza e qualità tecnica. Giardini e parchi scolastici, parchi cittadini, piazze, possono essere luoghi candidabili per accogliere queste tipologie di proposte? Quali percorsi di collaborazione intraprendere con i soggetti responsabili di questi spazi? L’utilizzo di spazi inutilizzati può rappresentare un’opportunità per riqualificare alcuni luoghi?

Tema 3. Alleanze educative di comunità
Le attività aggregative si trovano ad affrontare sempre più frequentemente l’inserimento di ragazzi in condizioni di fragilità, spesso portatori di bisogni specifici, a cui difficilmente si riesce a rispondere grazie al solo personale interno (animatori, volontari, allenatori). Sarebbe utile mettere a sistema una rete di interscambio fra le varie organizzazioni rispetto alle differenti professionalità. Anche i genitori devono essere considerati come risorse preziose nel momento in cui si pongono come “animatori di comunità” promuovendo e supportando le differenti iniziative .

Il contributo dal Gruppo Under 30

Visione 1. Una Città in movimento, dove lo sport è diffuso
Il benessere psicofisico dei cittadini passa anche dalla qualità della vita e dallo sport e Rovigo questo l’ha capito. Parchi, piazze e piste ciclabili sono i contesti privilegiati dove i rodigini trascorrono il loro tempo libero, praticando attività all’aria aperta. Lungo la passeggiata Baden-Powell e in altri parchi comunali raggiungibili attraverso le piste ciclabili, sono state allestite delle piattaforme polivalenti accessibili, per lo sport individuale e di squadra, pareti per l’arrampicata, campi da basket e da pallavolo per tornei e gioco libero tra amici. Attraverso la propria card, inoltre, i giovani possono affittare palestre e campetti per le partite tra loro.

Visione 2. Se la creatività diventa accessibile
La prospettiva futura della città porta l’arte e la creatività al di fuori dei luoghi istituzionali. Fin da bambini, i ragazzi e le ragazze rodigini sono abituati a partecipare a laboratori creativi, analogici e digitali, e a godere delle proposte culturali e degli eventi cittadini. La città incentiva, promuove e incoraggia le passioni di ciascuno e ciascuna, con spazi adeguati alle diverse esigenze. Le aree ricreative indoor e outdoor hanno spazi comuni attrezzati per il tempo libero, con giochi da tavolo, libri e fumetti a disposizione per la condivisione. La sala prove comunale è aperta, attrezzata e a disposizione di tutti i gruppi giovanili che
annualmente organizzano un concerto che catalizza l’attenzione di tutta la città e dei paesi vicini, anche realizzato in collaborazione con la discoteca locale.

Visione 3. La Cultura come stile di vita
Rovigo ha una nuova narrazione di sé. È una città che si sa raccontare e valorizza le proprie risorse e i talenti che crescono in essa. Le opportunità culturali non sono elementi accessori alla vita cittadina ma ne costituiscono una parte integrante. Beni culturali, laboratori e officine culturali sono luoghi e contesti privilegiati di aggregazione e integrazione, dove si sviluppa e serpeggia il fermento culturale cittadino. Sono spazi generativi e di relazione, dove convivono l’artigiano e la postazione per il giovane creativo, la startup e l’associazione, la caffetteria e la web radio, l’evento culturale e il corso di formazione. Ogni iniziativa ha il proprio spazio di visibilità sul portale cittadino, sempre aggiornato con tutte le opzioni per il tempo libero.